Liuteria Medievale
Loading...
Liuteria Medievale - Strumento Liuto

Innumerevoli sono gli strumenti musicali raffigurati nelle molteplici pitture, sculture, tarsie e oggetti d’arte del periodo medioevale. La ricostruzione è basata su ipotesi del costruttore e sulle proporzioni che si possono ricavare da scultura e pittura. D’altronde, bisognerà aspettare il primo ventennio del ‘900 per avere forme auree e misure fisse riguardanti uno strumento importante come il violino.
Il mestiere del liutaio nasce nel pieno XVI secolo; nel Medioevo non esisteva infatti una vera e propria corporazione di liutai e l’unica attinente era quella delle Arti che, rivolgendosi principalmente a pittura, scultura, intaglio e intarsio, in alcuni casi si occupava anche di cose più particolari, come oggettistica nobiliare nell’oreficeria, soprammobili, cassepanche, scudi da parata e talvolta anche strumenti musicali. Uno strumento assumeva forme differenti all’interno di un vasto territorio: ad esempio a Siena è spesso raffigurata una viella ovale, mentre a Firenze una viella a forma di “otto”, e questi strumenti del Centro Italia erano a loro volta completamente diversi da quelli raffigurati al Sud, e in particolare in Sicilia, dove maggiore era l’influenza del mondo arabo. O ancora, le opere d’arte ai confini del Nord Italia (ad esempio Gorizia) raffigurano strumenti che ancora oggi sono suonati nei Paesi dell’Est. Considerando Firenze il fulcro dell’Europa tra Medioevo e Rinascimento, focalizziamoci ora sulla tipologia di strumenti presenti nel Centro Italia. Tutto si forma all’interno delle botteghe degli artisti, che oltre a creare opere d’arte, erano spesso anche musicisti (come testimonierà anche il Vasari più tardi). Numerosi sono i documenti presenti negli archivi delle città più fiorenti di Medioevo e Rinascimento, prima fra tutte appunto Firenze, che rivelano l’esistenza di maestri anche “liutai”, tra cui Neri di Duccio (costruttore e decoratore di organi), Iacobus Mariotti (intagliatore e costruttore di strumenti), Giovanni Donadio di Mormanno (architetto e maestro d’organi), Jacopo del Casentino, pittore e padre di Francesco Landini (uno dei più noti compositori del 1300), che assieme ai suoi fratelli costruiva organi e strumenti a corde; troviamo inoltre documentazioni sulla costruzione di strumenti nelle botteghe di altri pittori minori. A quel tempo, non solo pittori, miniatori e musicisti appartenevano al medesimo ceto sociale, ma era facile trovare riunite queste competenze anche all'interno di un'unica famiglia. In epoca rinascimentale abbiamo ancora testimonianze di botteghe più importanti dove venivano prodotti strumenti musicali, ad esempio quella del Verrocchio, maestro di Leonardo e del Perugino, suoi allievi diretti (ma anche del Botticelli e del Ghirlandaio, che con lui ebbero invece rapporti temporanei) con cui, oltre a creare opere d’arte, costruivano strumenti a corda.

Analizzando testi e documenti possiamo trovare molti collegamenti tra arte, musica e letteratura, basti pensare a Leonardo che il Vasari descrive così: “...Dette alquanto d’opera alla musica, ma tosto si risolvè a imparare a suonare la lira,...onde sopra quella cantò divinamente all’improvviso...”; o al Verrocchio: “...fu ne’ tempi suoi orefice, prospettivo, scultore, intagliatore, pittore e musico...”; o ancora a Raffaello, suonatore probabilmente di ribeca, al Boccati e a Michelangelo, suonatori di liuto, e a molti altri fino ad arrivare più tardi al Caravaggio, anche lui noto liutista.

Nel caso della letteratura, ad esempio nel Decameron del Boccaccio, troviamo infatti vari versi che narrano di strumenti musicali: “...Dionisio preso un liuto e la Fiammetta una viuola,...”, “...Minuccio d’Arezzo...finissimo cantatore e sonatore...con la sua viuola dolcemente sonò alcuna stampita e cantò appresso alcuna canzone...”; “...disse Bruno a Calandrino: "Ben ti dico che tu la fai struggere come ghiaccio al sole: per lo corpo di Dio, se tu ci rechi la ribeba tua e canti un poco con essa di quelle tue canzoni innamorate, tu la farai gittare a terra delle finestre per venire a te."...”; “...l'avrebber saputo far questi giovani di tromba marina, che tutto il dí vanno in giú e in sú, e in mille anni non saprebbero accozzare tre man di noccioli. Ora io vorrò che tu mi vegghi un poco con la ribeba: vedrai bel giuoco!...”; “...Ma l'altro dí, recata la ribeba, con gran diletto di tutta la brigata cantò piú canzoni con essa...”; “...Calandrin mio dolce... tu m'hai agratigliato il cuore colla tua ribeba...”

Anche Petrarca, secondo autorevoli biografi, tra cui Giovanni Boccaccio, non solo aveva una bella voce, “In musicalibus vero, prout in fidicinis et cantilenis, et nondum hominum tantum sed etiam avium, delectatus ita ut ipsemet se bene gerat et gesserat in utrisque”, ma probabilmente sapeva anche suonare alcuni strumenti. Ciò è testimoniato dall'autore stesso che, nel suo testamento, afferma: “A Maestro Tommaso Bambasio di Ferrara lascio il mio buon liuto (“...leutum meum bonum...”) affinché lo suoni non ad usi profani, ma in lode a Dio”.

Anche in uno dei più grandi capolavori della letteratura italiana, “La divina commedia” di Dante Alighieri, troviamo citazioni di strumenti musicali:

DANTE, Paradiso, Canto XIV, v. 118-123
“E come giga e arpa, in tempra tesa
di molte corde, fa dolce tintinno
a tal da cui la nota non è intesa,
così da’ lumi che lì m’apparinno
s’accogliea per la croce una melode
che mi rapiva, sanza intender l’inno.”
DANTE, Inferno, Canto XXX, v. 49-51
“Io vidi un, fatto a guisa di lëuto,
pur ch’elli avesse avuta l’anguinaia
tronca da l’altro che l’uomo ha forcuto.”

Troviamo anche scrittori minori, come Simone de’ Prodenzani che, nel “Liber Solatii et Liber Saporecti”, descrivendo le corti toscane, narra storie in cui vengono citati strumenti musicali e addirittura canzoni, ancora oggi note, suonate con i rispettivi strumenti “...Un’arpa fo addutta assai reale, ove Solazzo fe’ La dolce cera, Ucel di Dio con Aquila altera, Verde buschetto e puoi Imperiale,...”; “...Con l’organi framegni fe’ rigotti e fe’ Tres belles dames de la Spagna...”; “...Da puoi fecer venire un menacordo, che avia sì alta voce che un liuto apresso a quello gli parebbe sordo; con esso ve sonaro un buon fiauto e un saltero,...”; “...Con lo liuto fe’ ballo amoroso...”; “...Con la chitarra fe’ suoni a tenore...”; “...Puoi venner pifar sordi cun tenore:...”; “...L’altra sera puoi venner suon’ d’archetto, rubebe, rubechette e rubecone,...”; “...Con la vivola fe’ canzon’ di maggio, Rosetta che non cambi mai colore,...”; ed ancora “...Li naccari ai famegli fe’ portare e queti queti a le pescolle scesaro...”.

Non si parla di strumenti soltanto nei testi letterari in Italia: ad esempio nell’opera “I racconti di Canterbury” di Geoffrey Chaucer leggiamo:

“On shelves couched at his beddes heed;
His presse ycovered with a faldyng reed;
And al above ther lay a gay sautrie,
On which he made a-nyghtes melodie
So swetely that all the chambre rong;
And angelus ad virginem he song;
And after that he song the kynges noote.”

“Whan nicholas had doon thus everideel,
And thakked hire aboute the lendes weel,
He kiste hire sweete and taketh his sawtrie,
And pleyeth faste, and maketh melodie.”

“And with his legges casten to and fro,
And pleyen songes on a smal rubible;
Therto he song som tyme a loud quynyble;
And as wel koude he pleye on a giterne.”

“Of yonge folk that haunteden folye,
As riot, hasard, stywes, and tavernes,
Where as with harpes, lutes, and gyternes,
They daunce and pleyen at dees bothe day and nyght,
And eten also and drynken over hir myght,”

“And right anon thanne comen tombesteres
Fetys and smale, and yonge frutesteres,
Syngeres with harpes, baudes, wafereres,
Whiche been the verray develes officeres
To kyndle and blowe the fyr of lecherye,
That is annexed unto glotonye.”

Sempre in Inghilterra, già tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento, non si parla di strumenti soltanto in letteratura ma anche nei registri fiscali, documenti che mettono in luce l’esistenza di alcuni artigiani specializzati del settore, artigiani che si fanno iscrivere come costruttori di arpe (harpmakers) e di liuti (lutemakers) [studi di Page]

Anche in Francia, ne “La prise d'Alexandrie” di Guillaume de Machaut, si parla della guiterne: “Leüs, moraches et guiternes/ Dont on joue dans les tavernes.”

Anche nella Bibbia abbiamo riferimenti a strumenti musicali, anche se non sappiamo se i nomi tradotti siano perfettamente coerenti con gli strumenti descritti.

1 Re 10:1-29
E col legname degli alberi di algum il re faceva sostegni per la casa di Geova e per la casa del re, e anche arpe e strumenti a corda per i cantori. Legname di alberi di algum simile a questo non è più venuto né si è più visto fino a questo giorno.

1 Samuele 16:16
Ordini ora il nostro signore ai tuoi servi, che stanno davanti a te, di cercare un uomo che sappia suonare l'arpa; quando il cattivo spirito permesso da Dio verrà su di te, l'arpista si metterà a suonare e tu ti sentirai meglio».

1 Samuele 16:23
Or quando il cattivo spirito permesso da Dio veniva su Saul, Davide prendeva l'arpa e si metteva a suonare; Saul si calmava, stava meglio e il cattivo spirito andava via da lui.

1 Samuele 18:10
Il giorno dopo, un cattivo spirito, permesso da Dio, si impossessò di Saul che era come fuori di sé in mezzo alla casa, mentre Davide suonava l'arpa, come faceva tutti i giorni. Saul aveva in mano la sua lancia.

1 Samuele 19:9
Allora uno spirito cattivo, permesso dal SIGNORE, s'impossessò di Saul. Egli sedeva in casa sua tenendo in mano una lancia, mentre Davide suonava l'arpa.

2 Re 3:15
Ma ora conducetemi qua un suonatore d'arpa». E, mentre il suonatore arpeggiava, la mano del SIGNORE fu sopra Eliseo.

Isaia 16:11
Perciò le mie viscere fremono per Moab come un'arpa e geme il mio cuore per Chir-Eres.

Isaia 24:8
L'allegria dei tamburelli è cessata,
il chiasso della gente in festa è finito,
il suono allegro dell'arpa è cessato.

Genesi 4:21
Il nome di suo fratello era Iubal, che fu il padre di tutti quelli che suonano la cetra e il flauto.
Genesi 31:27
Perché sei fuggito di nascosto e mi hai ingannato e non mi hai avvertito? Io ti avrei congedato con gioia e canti, al suono di timpano e di cetra.

1 Cronache 25:3
Di Iedutun: i figli di Iedutun: Ghedalia, Seri, Isaia, Casabia, Mattitia e Simei, sei, sotto la direzione del loro padre Iedutun, che cantava gli inni sacri con la cetra per lodare e celebrare il SIGNORE.

Giobbe 21:12
Cantano al suono del timpano e della cetra,
si rallegrano al suono della zampogna.

Giobbe 30:31
La mia cetra non dà più che accenti di lutto,
e la mia zampogna voce di pianto.

Salmi 33:2
Celebrate il SIGNORE con la cetra;
salmeggiate a lui con il saltèrio a dieci corde.

Salmi 43:4
Allora mi avvicinerò all'altare di Dio,
al Dio della mia gioia e della mia esultanza;
e ti celebrerò con la cetra, o Dio, Dio mio!

Salmi 49:4
Io presterò orecchio a un proverbio,
canterò sulla cetra il mio enigma.

Salmi 57:8
Dèstati, o gloria mia, destatevi,
saltèrio e cetra!
Io voglio risvegliare l'alba.

Salmi 71:22
Allora ti celebrerò con il saltèrio, celebrerò la tua verità, o mio Dio!
A te salmeggerò con la cetra, o Santo d'Israele!

Salmi 81:2
Intonate un salmo e fate risuonare il tamburello,
l'arpa melodiosa, insieme alla cetra.

Salmi 92:3
sulla lira a dieci corde e sulla cetra,
con la melodia dell'arpa!

Salmi 98:5
salmeggiate al SIGNORE con la cetra,
con la cetra e la voce del canto.

Salmi 108:2
Destatevi, saltèrio e cetra,
io voglio risvegliare l'alba.

Salmi 147:7
Cantate al SIGNORE inni di lode,
salmeggiate con la cetra al nostro Dio.

Salmi 149:3
Lodino il suo nome con danze,
salmeggino a lui con il tamburello e la cetra.

Salmi 150:3
Lodatelo con il suono della tromba,
lodatelo con il saltèrio e la cetra.

Salmi 150:4
Lodatelo con il timpano e le danze,
lodatelo con gli strumenti a corda e con il flauto.

Isaia 23:16
«Prendi la cetra, va' attorno per la città,
o prostituta dimenticata;
suona bene, moltiplica i canti,
perché qualcuno si ricordi di te».

Daniele 3:5
nel momento in cui udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, vi inchinerete e adorerete la statua d'oro che il re Nabucodonosor ha fatto erigere.

Daniele 3:7
Non appena tutti i popoli ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio e di ogni specie di strumenti, gli uomini di ogni popolo, nazione e lingua si inchinarono e adorarono la statua d'oro che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere.

Daniele 3:10
Tu hai decretato, o re, che chiunque ha udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti deve inchinarsi per adorare la statua d'oro.

Daniele 3:15
Ora, appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, siate pronti a inchinarvi per adorare la statua che io ho fatta; ma se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in una fornace ardente; e quale Dio potrà liberarvi dalla mia mano?»

Amos 6:5
Improvvisano al suono della cetra, si inventano strumenti musicali come Davide;

1 Corinzi 14:7
Perfino le cose inanimate che danno suono, come il flauto o la cetra, se non danno suoni distinti, come si riconoscerà ciò che si suona con il flauto o con la cetra?

Apocalisse 5:8
Quand'ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi.

Genesi 4:21
Il nome di suo fratello era Iubal, che fu il padre di tutti quelli che suonano la cetra e il flauto.

Giudici 5:16
Perché sei rimasto fra gli ovili
ad ascoltare il flauto dei pastori?
Presso i ruscelli di Ruben,
le decisioni furono coraggiose!

Isaia 5:12
La cetra, il saltèro, il tamburello, il flauto e il vino
rallegrano i loro banchetti!
Ma non pongono mente a ciò che fa il SIGNORE,
e non considerano l'opera delle sue mani.

Isaia 30:29
Allora intonerete dei canti, come la notte quando si celebra una festa;
avrete la gioia nel cuore, come colui che cammina al suono del flauto
per andare al monte del SIGNORE, alla Rocca d'Israele.

Matteo 9:23
Quando Gesù giunse alla casa del capo della sinagoga e vide i suonatori di flauto e la folla che faceva grande strepito, disse loro:

Matteo 11:17
"Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto".

Luca 7:32
Sono simili a bambini seduti in piazza, che gridano gli uni agli altri: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto".

1 Corinzi 14:7
Perfino le cose inanimate che danno suono, come il flauto o la cetra, se non danno suoni distinti, come si riconoscerà ciò che si suona con il flauto o con la cetra?

Liuteria Medievale - Lira Calabrese Liuteria Medievale - Jouhikko La ricerca basata su immagini e manoscritti antichi si estende poi allo studio organologico della tradizione musicale mondiale.
Basti citare alcuni importanti strumenti per capire le tecniche costruttive medievali, come ad esempio la « lira calabrese », frutto dell’insediamento greco nel sud Italia. O ancora il « jouhikko », strumento finlandese, simile alla lira calabrese non solo per la tecnica esecutiva, ma anche per l’accordatura, che conserva lo stesso rapporto tra corde (la RE sol), quindi con la corda più grave al centro.
Si può inoltre prendere in esempio il « rebab marocchino », raffigurato anche nelle Cantigas de Santa Maria, dove lo strumento, salvo alcuni piccoli decori, peraltro non definibili nella miniatura, presenta la stessa forma odierna. Come nel caso della lira e del jouhikko, anche questo strumento viene suonato « tastando » lateralmente la corda sfregata con un arco molto corto, adatto ad accompagnamenti ritmici. Liuteria Medievale - Rebab Marrocchino Liuteria Medievale - Rebab Cantigas Le prime ribeche in Italia restano molto simili al rebab marocchino, strumenti sempre scavati in un unico pezzo di legno e ancora con la tavola armonica in pelle, fino al modello «occidentalizzato» di metà Quattrocento.
Sempre in Marocco troviamo il « qanbuz », strumento a plettro ma molto simile alla « ribeca » raffigurata nelle Cantigas.
Liuteria Medievale - Qanbuz In Bulgaria è presente uno strumento che sicuramente ha avuto dei cambiamenti forti nel corso dei secoli ed è la Gadulka, che tuttavia risulta ancora simile agli altri per la fattura e per il modo in cui le corde vengono tastate lateralmente.
Ci sono poi concordanze tra le varie raffigurazioni medievali ed i pochi strumenti dell’epoca pervenutici. Ad esempio la « cetra » del British Museum ha il corpo originale del XIII secolo, ma la tavola armonica fu rifatta nel periodo barocco, quando lo strumento fu trasformato per essere suonato come violino. La forma del corpo è molto ricorrente nelle varie raffigurazioni (miniature, pitture e sculture), ma non vi è più traccia della tavola armonica e della tastiera.
Liuteria Medievale - Gittern British Liuteria Medievale - Gittern British Liuteria Medievale - Pi Pa Anche nella Basilica Inferiore di S. Francesco di Assisi sono presenti raffigurazioni di molti di questi strumenti, che hanno talvolta tastiere apparentemente bizzarre, eppure tipiche di alcuni strumenti tradizionali come la « Pi Pa » cinese.
Liuteria Medievale - Gittern Polish Altre raffigurazioni mostrano invece tastiere più consone alla nostra cultura « odierna », come ad esempio nel caso dei chitarrini, strumenti molto rappresentati ma a noi giunti in due soli esemplari, uno del XIV secolo che si trova in Polonia nel museo di Elblag, ed uno della seconda metà del XV secolo che si trova in Germania, alla Fondazione Wartburg.
Questa tipologia di strumenti a plettro fa sicuramente parte della famiglia di modelli introdotti in Europa dagli arabi.
Liuteria Medievale - Gittern Wartburg Liuteria Medievale - Violetta de Vigri Ad esempio il liuto raffigurato tra XIII e XIV secolo in Europa è senza tasti, proprio come l’oud odierno. Anche in Romania e Ungheria è presente un liuto senza tasti chiamato « cobza », che si differenzia dall’oud arabo per la costruzione del guscio e la lunghezza del manico, oltre che per la tecnica esecutiva. Abbiamo inoltre strumenti ritrovati in scavi archeologici, come frammenti di vielle caratterizzate da pigmentazione rossa e blu; questi strumenti sono infatti spesso raffigurati con ricchi ornamenti che potevanno essere dipinti, intarsiati o intagliati.
A Bologna, accanto al Monastero del Corpus Domini, vi è la « violetta » appartenuta a Santa Caterina de Vigri (1413 -1463), oggi custodita nella chiesetta dedicata alla Santa. Ritroviamo questa tipologia di strumenti in molte raffigurazioni del territorio senese realizzate in quell’epoca.

Liuteria Medievale - Cobza Altro importante strumento conservato al Musikstadt di Trossingen in Germania è la « Crowth » (XII secolo) o lira anglosassone, strumento a pizzico poco usuale in Italia, spesso raffigurato in mano al re David. Ne è presente una anche al London Museum.

Liuteria Medievale - Crowth Germany Liuteria Medievale - Crowth London Sempre al London Museum è poi presente una « buccina » del XIII secolo ritrovata in una palude.
Nei vari scavi in Normandia è stato ritrovato anche un arco con alla punta una testa animale scolpita. Arriviamo poi a strumenti di epoca rinascimentale ma già raffigurati in periodo medievale, come ad esempio la « lira da Braccio » di Giovanni Maria da Brescia, che è possibile osservare e studiare per ricostruire le lire da braccio raffigurate da Raffaello.

Liuteria Medievale - Mary Rose Instruments Liuteria Medievale - Buccina London Liuteria Medievale - Buccina London

 
Liuteria Medievale - Lira da Braccio Liuteria Medievale - Syntagma Musicum Alcuni strumenti (viole, flauti a 3 fori e bombarde) furono invece ritrovati a bordo della Mary Rose, la nave di Enrico VIII fatta riemergere solo nel 1982.
Una grande quantità di liuti rinascimentali si sono conservati piuttosto bene e sono presenti in diversi musei europei, come ad esempio Victoria and Albert a Londra o la Citè de la Musique a Parigi.
Uno strumento raffigurato già nel trattato « Syntagma Musicum» di Praetorius è la morharpa, (o nyckelharpa di Mora dal nome della città svedese dove è stata ritrovata).
Differenti vihuele sempre del periodo rinascimentale, salteri di epoca barocca o dulcimer forniscono un’occasione di studio insieme ad altri strumenti molto diffusi in tutto il mondo, pur con differenze tecnico-esecutive e di costruzione dovute all’evoluzione dei differenti repertori: tra questi possiamo citare il cymbalon in Ungheria e Romania, il santur persiano, lo yang-k’in, il santuri indiano, l’hackbrett tedesco, il salterio coreano, ecc.

Liuteria Medievale - Dulcimer Liuteria Medievale - Yang K In Liuteria Medievale - Hackbrett Liuteria Medievale - Santur






Ci sono anche tipologie di strumenti simili ai salteri ma suonati a plettro e non a bacchetta, come ad esempio il « qanun » della tradizione araba greca e turca e il « kantele », strumento finlandese. Non per ultime le symphonie, di cui purtroppo non si hanno esemplari originali, ma solo raffigurazioni. Vi sono però « ghironde » anche molto antiche, ad esempio quella conservata a Bologna (XIII sec.) o le due svedesi del Musikmuseet di Stoccolma, oltre alle tantissime di epoca barocca e del XIX e XX secolo. La particolarità delle ghironde svedesi (Enångerslira), che peraltro caratterizza anche quelle tradizionali dell’Ukraina, è la loro diatonia, come per la symphonia, la viella a ruota e la ghironda rinascimentale. Lo strumento diventa infatti cromatico solo nel periodo barocco.
Anche le ghironde sono largamente diffuse, poiché oltre che in Ukraina, le troviamo in Ungheria, Francia, Italia, ecc.

Liuteria Medievale - Qanun Kantele Liuteria Medievale - Ghironde

Bibliografia:

Giorgio Vasari, “ Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architettori”
Giovanni Boccaccio, il “Decameron”
Testamento del Petrarca
Dante Alighieri, “Divina commedia” (Paradiso e Inferno)
Simone de’ Prodenzani, “Sollazzo e Saporetto”
Geoffrey Chaucer, “The Canterbury tales”
Guillaume de Machaut, “La prise d'Alexandrie”
Bibbia